Tzayn Hanabadi

Il nuovo libro di Aram Kerovpyan, in armeno.

Costantinopoli, 1878. Il Consiglio educativo dell’Assemblea nazionale armena costituisce una Commissione musicale a cui da l’incarico dello studio dei cantici e della messa a punto di una versione standard del repertorio. I lavori della Commissione sono appena giunti al loro secondo anno quando, a Edchmiadzin , il catholicos Giorgio IV inizia a trascrivere e pubblicare il repertorio liturgico. Infuriano dibattiti, scambi di lettere, addirittura vengono pubblicate delle bolle ma di tutto ciò, la Storia fa allusione in poche righe.
Grazie alla recente scoperta dei verbali negli archivi della Commissione musicale, e grazie anche agli elementi delle corrispondenze conservati e che si riferiscono a quegli anni, ora queste poche righe si trasformano in una vivente micro-storia. Sotto ai nostri occhi, e attraverso il prisma di una società armena costantinopolitana allora in piena vitalità, si ricostituisce l’ultimo tentativo di riforma del canto liturgico che sia mai stata subordinata alle esigenze di criteri esterni.
Stabilendo dei parallelismi con ciò che costituisce il presente del canto liturgico, Tzayn Hanabadi (Voce nel deserto) si propone anche di rendere percepibile i cambiamenti che hanno condizionato nel XXe secolo l’approccio della musica e del canto degli Armeni.

È già possibile ordinare il libro Tzayn Hanabadi.

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chant modal arménien